venerdì 13 giugno 2014

Matteo, o chi per te, #staisereno e #staiattento



Buongiornoooo, vi siete ripresi dai festeggiamenti goderecci derivanti dagli OTTANTAEURO??
Ancora no? Certo ci vuole tempo, un’emozione così non la vivevamo da parecchio.
Non ci siamo più abituati alle gratificazioni. Negli ultimi anni abbiamo beccato solo denigrazione, offesa gratuita, blocco degli stipendi, moltiplicazione dei carichi di lavoro perché avete deciso che cinque  lavoratori che andavano in pensione potevano essere sostituiti da uno solo, incertezza per il futuro, precariato come parte fissa delle nostre giornate  … insomma una lunga operazione demoralizzante per il Paese e per ogni singolo individuo. (qua parla Grazia, dipendente pubblica)

Diciamolo, forza, che vi piace giocare con i più poveri, vi sentite sempre più potenti ad impoverire una intera nazione in cui la distribuzione del reddito va di pari passo con quella del Sudafrica.
Uno sparuto gruppo di ricchissimi contro una moltitudine di poverissimi.

Berlusconi vinse le elezioni portando le pensioni a 1 milione di lire, Renzi, pugnalando prima Letta alle spalle e poi la nostra intelligenza, con l’illusione che stesse facendo qualcosa di importante con il ritornello degli OTTANTAEURO (lo sto scrivendo in maiuscolo apposta, lo rappresento come il frame che avete nei vs cervelli).

#dearmatteo (con te si può parlare solo con chioccioline e cancelletti), per carità, non è che io infelice che finalmente siamo al governo ma, da buona militante di un grande partito, quale è il Partito DE-MO-CRA-TI-CO (spelling per coloro a cui sfugga il significato e per richiamarne l’attenzione), oggi mi aspetto ancora una riforma di sistema che riappacifichi la cittadinanza con gli alti valori della Politica e quindi già dal tuo insediamento, anzi da prima, da quando con Bersani abbiamo vinto le elezioni (lo devi a lui se oggi siedi là, lo devi ad un altro slogan, #ItaliaGiusta) e non certo al 40% che vai sbandierando delle europee che sono tutta un’altra rappresentazione che con il consenso nazionale non c’entrano granché.

Dopo vent’anni di berlusconismo, tutti ci aspettavamo un ritorno alla democrazia, al rispetto puro delle istituzioni e delle parti sociali.

A me, a scuola, hanno insegnato che l’Italia è una Repubblica parlamentare e mi ricordo bene la mia insegnante di educazione civica quando insisteva su quanto fosse fondamentale per la nostra democrazia l’esistenza e le funzioni del Parlamento e che il nostro bicameralismo era la massima espressione di garanzia perché proprio attraverso la discussione di tutte le parti, si sarebbero potute garantite le leggi giuste per tutti i cittadini. Sempre lei, la mia insegnante, spiegava che il Governo era un organo esecutivo e che solo in caso di urgenza poteva legiferare.

#dearissimoMatteo, qua tu stai facendo peggio di Berlusconi, vai avanti per decreti e te ne sbatti altamente della nostra Costituzione.

Beh, non mi sta bene per nulla, già te l’ho detto. Il fatto che tu sia rimasto segretario del MIO partito, quando invece dovresti, per coerenza e per libertà, dimetterti per essere il Presidente del Consiglio di tutti,  mi fa doppiamente arrabbiare perché rivedo in te lo stesso metodo del nanetto malfattore che ci ha tiranneggiati nel ventennio passato. #cambiaverso Matteo e lascia liberi i nostri parlamentari di decidere con la loro testa. Vogliamo un’Italia libera e rappresentata da uomini liberi.

Lo ammetto, ho sostenuto Cuperlo e sul tuo carro non ci sono salita e quindi, in teoria, non dovresti avere apprezzamento per ciò che penso ma, ti piaccia o meno, oggi devi rappresentarci tutti e fare gli interessi collettivi e quindi devi, per forza, ascoltare anche me. Devi tenere nella tua agenda il mio motivato dissenso verso le politiche che stai annunciando e per le conseguenze  che esse determinano.

Oltre ad essere cittadina, lavoratrice pubblica (ed un sacco di altre funzioni multitasking che non sto qui a ricordare a nessuno), sono anche una dirigente sindacale della CGIL, la stessa che tu vuoi distruggere.
Bene, sappi che la CGIL ha rappresentato lavoro, lavoratrici e lavoratori per 110 dieci anni e l’ha fatto sempre con la lotta civile e non arrivi certo tu, con i tuoi slogan salvaitalia fasulli, ad annientarla.

Manco li conosci i sacrifici che faccio ogni giorno per portare avanti la mia mission nel tentativo di porre riparo a tutte le ingiustizie che il tuo “privato” e le restrizioni legislative stanno provocando su una moltitudine di esseri umani. Mica le ricevi tu le telefonate mentre sei in bagno dalla lavoratrice che pulisce i cessi pubblici, che guadagna 500 euro al mese con una cooperativa succhiasangue, a cui non pagano gli straordinari? Quella donna, assieme a tante altre persone, sono il mio obiettivo di vita. Io ci rispondo sempre a quella donna, anche solo per dirle che le sono vicina e che a quel datore di lavoro, prima o poi, lo rimetto sulla via della legalità perché non è possibile, non è giusto, non è equo che si debba approfittare del bisogno di una donna o di un uomo poveri, affidando a questi i lavori più umili, e che a tanti farebbero schifo, e non pagarmi dignitosamente. (suggerimento: Perché non introduci l’obbligo dell’indicatore della congruità del costo del lavoro nei tuoi decreti invece che dimezzare le agibilità sindacali? Mi dici chi dovrà difendere queste persone come meritano?)

Oppure vogliamo parlare delle lavoratrici e dei lavoratori delle Province? Non so se ti rendi conto di cosa voglia significare sentirsi degli indesiderati, degli esuberi, dei pezzi da dislocare da qualche parte o da distruggere. Cosa significa alzarsi la mattina, andare al lavoro e non sapere cosa ti compete più, come servire il cittadino. ANCORA OGGI NON HAI DEFINITO LE FUNZIONI E MESSO A SISTEMA QUESTO PEZZO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE!  Stiamo parlando di esseri umani e non di lontani numeri, non so se comprendi cosa significhi. Stiamo parlando di servizi pubblici che bisogna garantire ai cittadini, di procedure all’interno di processi ben delineati ed invece c’è solo CAOS.

La CGIL, con CISL e UIL, in tutto questo periodo hanno avuto il ruolo di tampone con tutte queste persone demoralizzate e bistrattate. Tu, Presidente, hai parlato mai con loro? Oppure credi che basti un questionario a mezzo mail (dove poi un terzo t’ha risposto #voglioilcontratto)?!

Io continuerò certamente a difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, perché sono una che è, da sempre, sindacalista senza poltrona e amo l’attività che svolgo, perché inseguo l’ideale sogno che tutti dobbiamo avere garantiti gli stessi diritti (non ti ripeto gli articoli che dovresti ben conoscere della nostra Carta Costituzionale). Taglia pure le agibilità sindacali, passerai alla storia come il massimo esponente della condotta antisindacale, come colui che preferisce comandare invece che concordare con le parti.

Matteo e compagine, state sereni ma #stateattenti che la pazienza ha un limite e ste cose ce le saremmo aspettate da un governo fascista o da qualcuno iscritto alla loggia P2, non da un governo di centro sinistra.


Ora mi interrompo che ho già superato le 1100 parole e per uno abituato alla comunicazione in 140 caratteri è come la scalata dell’Everest  a mani nude ma non puoi immaginare quante centinaia di osservazioni avrei da farti a cominciare dalle 44 proposte che per me sono altre e sicuramente 45.

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